mercoledì 13 febbraio 2013

CONTROLLI DIA IN EMILIA ROMAGNA

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Sezione Operativa di Bologna


COMUNICATO STAMPA


Accessi nei cantieri per la ricostruzione


Nell’ambito dei controlli coordinati interforze finalizzati alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici, la Direzione Investigativa Antimafia ha disposto l’effettuazione di accessi presso i cantieri di grandi opere presenti su tutto il territorio nazionale.
Gli uomini della Sezione Operativa della DIA di Bologna, che stanno concentrando una parte significativa delle loro risorse sulla ricostruzione post-terremoto, hanno sottoposto l’iniziativa al Prefetto di Modena, il quale ha condiviso la proposta, in linea con l’attività sinora svolta nell’ambito del Gruppo Interforze costituito presso lo stesso Ufficio Territoriale del Governo.
Personale della Dia di Bologna, dunque, unitamente a quello di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, nonché ai funzionari della Direzione Territoriale del Lavoro e delle Opere Pubbliche, ha effettuato un accesso presso un cantiere dell’area sismica.
L’attività, che ha interessato i lavori per la ricostruzione del cimitero di Cortile, frazione del comune di Carpi (MO), non ha evidenziato irregolarità al momento dell’accesso. Tuttavia, la modalità “interforze” del controllo ha consentito di verificare, per le parti di specifica competenza, il rispetto dell’intera normativa di riferimento, tuttora al vaglio delle forze di polizia e degli enti intervenuti.
Sono state, infatti, controllate tutte le persone intente a lavorare, è stata acquisita la documentazione attestante l’esistenza di 4 imprese operanti a vario titolo sul cantiere, nonché la regolarità di contratti di subappalto e affidamento di lavori specifici.
Si tratta del primo controllo della specie effettuato nel 2013 dalla Dia di Bologna, che nel corso dell’anno passato ha già svolto 4 accessi in altrettanti cantieri nelle province di Bologna, Piacenza, Modena (Mirandola) e Ferrara (S. Agostino), di cui gli ultimi due connessi alla ricostruzione.
È proprio quest’ultimo uno degli ambiti su cui si concentra maggiormente l’attenzione della Direzione Investigativa Antimafia. A seguito del terremoto del 2012, infatti, il Governo ha emesso il decreto legge 74/2012 (successivamente convertito in legge) inerente gli “interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici” e finalizzato, tra l’altro, a prevenire possibili ingerenze della criminalità organizzata nel processo di ricostruzione. A dettagliare la normativa sono poi intervenute le Linee Guida del Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere (CCASGO), essenziale riferimento per tutti gli operatori del settore.
In particolare, il dettato normativo, riproponendo la procedura adottata a seguito del terremoto in Abruzzo, stabilisce l’istituzione, presso le Prefetture dell’area sismica, di liste di fornitori e prestatori di alcune tipologie di beni e servizi, cosiddette “white list”, con lo scopo di realizzare un sistema preventivo di filtraggio delle imprese, in modo da stilare elenchi di aziende virtuose alle quali imprese e privati debbano necessariamente rivolgersi per subappaltare e affidare lavori.
La Dia di Bologna, che fino ad oggi ha analizzato oltre 500 informazioni antimafia inerenti imprese coinvolte nella ricostruzione, svolge sia una costante attività di intelligence volta a prevenire il pericolo di infiltrazioni, che una sinergica azione di coordinamento con i responsabili dei Gruppi Interforze delle Prefetture dell’Emilia-Romagna.

Bologna, 13.02.2013


http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2013/02/13/844990-terremoto_controlli_antimafia_cantieri_ricostruzione_tutto_regolare.shtml






domenica 3 febbraio 2013

SINTESI RELAZIONE DNA SU EMILIA ROMAGNA

Tratto dalla Relazione della Direzione Nazionale Antimafia.

"Il territorio Distretto di Bologna, non omogeneo dal punto di vista delle presenze criminali e del
modo di atteggiarsi delle medesime, vede nelle zone corrispondenti alle Province di Modena,
Reggio Emilia, Parma e Piacenza la presenza di insediamenti di ‘ndrangheta operanti secondo
il sistema della “delocalizzazione” delle attività criminali da parte del “locale “ calabrese
senz’altro individuabile in quello di Cutro (KR), in atto monopolizzato dalla ‘ndrina “GRANDE
ARACRI”. Consapevole di tale realtà la DDA di Bologna ha impostato la sua strategia investigativa in
funzione del contrasto dei corrispondenti fenomeni criminali nella loro ontologia più che nel
perseguimento dei reati fine così come avveniva in passato. Attività estremamente complessa
ma che procede a ritmo serrato e col conseguimento di lusinghieri risultati.
Pendono ancora inevase, peraltro, numerose richieste cautelari relative ad indagini svoltesi nel
decorso biennio, per gravi fatti di criminalità organizzata mafiosa, i cui sviluppi sono bloccati
proprio dal ritardo in cui l’Ufficio GIP di quel Tribunale sta provvedendo ad evadere le richieste
predette. L’anno preso in esame ha visto la esecuzione di un congruo numero di provvedimenti restrittivi
per reati di narcotraffico, tratta e riduzione in schiavitù, nonché relativi all’approfondimento delle
vicende criminali che videro protagonista in territorio bolognese il noto BARBIERI Vincenzo,
assassinato. Vicende, soprattutto, di cui sono stati colti e perseguiti i risvolti di natura
economico-patrimoniale, grazie alla configurazione del reato di cui agli artt. 12 quinquies Legge
n. 356 del 1992, 7 L. n. 203 del 1991 nei confronti di numerose persone che fiancheggiavano il
predetto nello svolgimento della sua attività delittuosa."