domenica 3 febbraio 2013

SINTESI RELAZIONE DNA SU EMILIA ROMAGNA

Tratto dalla Relazione della Direzione Nazionale Antimafia.

"Il territorio Distretto di Bologna, non omogeneo dal punto di vista delle presenze criminali e del
modo di atteggiarsi delle medesime, vede nelle zone corrispondenti alle Province di Modena,
Reggio Emilia, Parma e Piacenza la presenza di insediamenti di ‘ndrangheta operanti secondo
il sistema della “delocalizzazione” delle attività criminali da parte del “locale “ calabrese
senz’altro individuabile in quello di Cutro (KR), in atto monopolizzato dalla ‘ndrina “GRANDE
ARACRI”. Consapevole di tale realtà la DDA di Bologna ha impostato la sua strategia investigativa in
funzione del contrasto dei corrispondenti fenomeni criminali nella loro ontologia più che nel
perseguimento dei reati fine così come avveniva in passato. Attività estremamente complessa
ma che procede a ritmo serrato e col conseguimento di lusinghieri risultati.
Pendono ancora inevase, peraltro, numerose richieste cautelari relative ad indagini svoltesi nel
decorso biennio, per gravi fatti di criminalità organizzata mafiosa, i cui sviluppi sono bloccati
proprio dal ritardo in cui l’Ufficio GIP di quel Tribunale sta provvedendo ad evadere le richieste
predette. L’anno preso in esame ha visto la esecuzione di un congruo numero di provvedimenti restrittivi
per reati di narcotraffico, tratta e riduzione in schiavitù, nonché relativi all’approfondimento delle
vicende criminali che videro protagonista in territorio bolognese il noto BARBIERI Vincenzo,
assassinato. Vicende, soprattutto, di cui sono stati colti e perseguiti i risvolti di natura
economico-patrimoniale, grazie alla configurazione del reato di cui agli artt. 12 quinquies Legge
n. 356 del 1992, 7 L. n. 203 del 1991 nei confronti di numerose persone che fiancheggiavano il
predetto nello svolgimento della sua attività delittuosa."